Gli autori, Marco Giannini e Luca Napoli, partono da una definizione accurata di ansia, paura e fobie così da permettere anche ad un non addetto ai lavori di comprendere meglio cosa accade alla persona che, a causa di una forte ansia, evita le situazioni temute.
Nel DSM-5 le fobie di volare e di guidare sono inserite tra i disturbi d’ansia, in particolare tra le fobie specifiche di tipo situazionale. I sintomi somatici che si riscontrano più frequentemente sono tachicardia, sudorazione, nausea, vomito, crampi e cefalea. I sintomi psicologici più diffusi invece sono la paura di morire, di impazzire o di perdere il controllo.
Oltre che sull’inquadramento diagnostico, ne La paura di volare e la paura di guidare gli autori si soffermano sul funzionamento di personalità dei soggetti fobici, riprendendo il modello dell’organizzazione fobica di personalità di Guidano (1988). Secondo tale modello, i soggetti che sviluppano fobie hanno una personalità che si costruisce e che si muove in maniera polarizzata intorno a due bisogni fondamentali: il bisogno di autonomia/esplorazione e il bisogno di accudimento/protezione, unito ad un costante bisogno di ipercontrollo. Il soggetto tenderà ad oscillare continuamente tra questi due bisogni e a rispondere con intensa ansia e paura nel momento in cui questi vengono minacciati
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